SEA WATCH 3: una provocazione inutile?

Non lo so, non sono convinta!
Mi sono sentita toccata, come sempre mi capita, nel sentire di quelle 42 persone ancora intrappolate su quella nave al largo di Lampedusa, ingiustamente, certo, immotivatamente, forse.
Ho messo i miei "mi piace" sugli slogan inneggianti alla Capitana Rackete (anche ignorando il fatto che non non sopporto la declinazione al femminile di nomi comuni che non ritengo necessario femminilizzare), all'eroina della disobbedienza civile...anche se qualche dubbio lo nutrivo.
Non è la prima volta che succede, e so bene cosa penso della politica immigratoria indecente di questo Governo che così poco mi rappresenta. 
Ma davvero forzare un blocco della Guardia di Finanza, che agisce sulla base di una norma che, per quanto ingiusta e forse non in linea con la normativa internazionale o con le "leggi del mare", è pur sempre legge di questo Stato (decreto legge...), forse non dovrebbe essere né motivo di applausi, né essere presentato ai giovani e, ancor più, a tutti i potenziali migranti, come un comportamento da replicare e lodare.
Non so se davvero con lo speronamento si è messa a rischio la vita di qualcuno, non ho visto le immagini di quel momento e non so se fidarmi di ciò che dicono le nostre Autorità, ma certamente qui a giocare sulla pelle di quelle 42 persone non è stato solo il nostro Ministro dell'Interno. Se lui non mi stupisce più, le ONG che fanno il braccio di ferro con persone civili e innocenti a bordo non le capisco proprio!
Siamo proprio sicuri che questo genere di atteggiamento ci aiuterà a ottenere qualcosa dai governi europei? Ne dubito. E di una cosa, invece, sono certa: sull'opinione pubblica generale questo genere di approccio ha effetti deleteri. La gente si spaventa prima ancora di capire che cosa succede, non vede 42 migranti indifesi ma si convince, piuttosto, che ci sia davvero un patto tra volontari, ONG e tutta le gente intenzionata a invadere il nostro territorio. E quei 42 migranti, alla faccia di tutti gli altri che quotidianamente sbarcano indisturbati sulle nostre coste, diventano un capro espiatorio da un lato e uno spauracchio dall'altro.
Spero che per Carola e il suo equipaggio tutto si chiuda nel migliore dei modi, spero che smetteremo di chiudere fuori dai nostri porti chi ha bisogno, spero che smetteremo di usarli per fare campagna elettorale...ma, ripeto, non sono convinta che questo sia il modo giusto di affrontare la cosa.
Ben vengano le provocazioni e le prove di forza, come quelle a cui Carola era probabilmente abituata nella sua attività con Green Peace, che approvo sempre pienamente. Ma una cosa è rischiare sulla propria pelle, altro è farlo su quella di queste persone fragili a cui poco importa dei nostri giochetti politici e d'effetto.
Basta cazzate...

Neuroni impazziti ai tempi del corona virus

Che dire, sto per perdere la bussola, come tutti. Convivenza continua, incessante e forzata con marito e figlio, mentre la nostalgia di un ...