Noia, noia, ma che sarà mai...


Proprio non ho mai capito tutta quella gente a lamentarsi per il NIENTE da fare, per il NIENTE in corso, per la calma piatta...
Non esiste il niente in corso, qualcosa si starà pur sempre facendo, fosse pure dormire!
E magari fosse dormire!
Quanto vorrei davvero dormire, niente sveglia, nessuno spiraglio di luce alla finestra, nessun telefono, nessun campanello, nessun impegno a richiedere il risveglio.
Dormire, sognare, dormire, rigirarsi nel letto, pensare, dormire, fino a risvegliarsi intorpiditi e finalmente desiderosi del giorno (o della notte, che poi dipende...) e del fare o non fare. Una non stop di riposo che rasenti la noia ma che noia non sarà mai.
Ho amato e amo troppo per potermi annoiare, persone, cose, attività e inattività, troppe cose interessanti da fare o da pensare per potermi buttare giù fino a pensare di essere davvero annoiata.
Chi si annoia non vive davvero, credo. Se solo potessi sdraiarmi sul divano, un bel libro tra le mani, il silenzio, e poi perdermi fino a scordare che mi trovo nella mia casa comoda e calda. Magari anche rovinando il tutto con la TV accesa e una raffica di puntate delle mie serie preferite, con l'attenzione divisa in due, magari anche in tre, ma con quella soddisfazione che nasce dall'avere la certezza di fare quel che si vuole in quel momento, qualcosa di apparentemente inutile, sterile, ma che regala il piacere pigro del non dover fare, che è poi la scelta del non fare.
E questa sensazione dolcissima qualcuno la chiama NOIA.
Mai, mai sarà noioso stare con me e con la mia mente e con la voglia di viaggiare, che anche se non sono viaggi reali arricchiscono e regalano piacere allo stesso modo. Ci sarà tempo per viaggiare nel mondo, ora voglio viaggiare in me e godermi il mio rifugio. Vorrei...
Perché quella che casa che era un nido tranquillo o un ritrovo libero e chiassoso, ora è territorio occupato, campo da gioco per un bambino estremamente vivace e un padre che oscilla tra l'essere il suo compagno di follie o il mio compagno di stanchezza.
Per qualcuno saranno pensieri abominevoli ma è davvero dura vedere la propria vita cambiare così, entrare quasi in stallo, riempirsi di amore, ansie, infinito stress, come accade, credo, in tutte le famiglie con l'arrivo del tanto desiderato figlio.
Ho sempre pensato che fosse bello crescere, andare avanti nella vita, senza paura di invecchiare, vivere con curiosità ogni fase e, per fortuna, con soddisfazione.
Vale la pena soffrire, stancarsi, arrabbiarsi, amare, giocare, vale sempre la pena per una vita che regala mille piaceri. Ma, per quanto mi ci fossi preparata, per quanto abbia in effetti rinviato quel momento sperando di raggiungere la saturazione della mia voglia di essere solo me e di abbuffarmi della mia libertà, quando lui è arrivato ho capito subito che era comunque troppo presto.
Forse non è mai il momento giusto per diventare genitori e non potersi sentire più solo figli, ancora ragazzi, ancora a credito di carezze e coccole. Forse in qualunque momento diventare genitori significa rinunciare a qualcosa di importante, per qualcosa di altrettanto importante, certo, ma che ha un prezzo enorme!
Sono passati quasi 5 anni da allora e ancora aspetto di ritrovare il mio spazio, stupidamente, perché il nido non è più solo mio, il nido è stretto, a tratti soffocante, così tanto che mi viene da urlare. Ma poi non urlo, non sta bene, potrei sembrare più pazza di quel che sono, potrei allarmare i vicini, potrei spaventare il mio bambino e persino il mio compagno paziente. Bè, in realtà un po' urlo ma quello che avrei voglia di buttar fuori è un urlo disperato e forte, così forte da far tremare i muri, da togliermi il respiro, da farmi piangere! Sarebbe un BASTA infinito, una richiesta di aiuto, un ribadire che ci sono ancora IO, ancora IO prima di tutto!
Ma è così? Io prima di tutto?
Credo di no, so che non è più così, io ho scelto che non fosse così. Quando ami un uomo pensi davvero di aver messo lui sopra ogni cosa, di avergli ceduto il primo posto; che bugia, amando lui amavo anche me, amando lui davo spazio a me, amando lui ero ME. Lui non mi ha mai rubato né aria, né spazio, né la pura sensazione di essere libera. Lui è sempre stato la mia libertà e la mia solidità.
Un figlio è qualcosa di completamente nuovo e inimmaginabile, un figlio ti prende tutto, ti occupa fino all'ultima cellula, ti riempie e, come sta succedendo a me, ti fa traboccare. Un figlio è una persona nuova alla quale dai e darai tutto, alla quale non potrai chiedere mai ma sentirai sempre di voler dare.
Il fatto di volere che sia così non rende però la cosa meno pesante e pressante. Non rende la cosa meno dolorosa e soffocante. I suoi sorrisi, contrariamente a quanto qualche genitore racconta, non possono ripagare di tutto, non possono farmi smettere di desiderare di essere ME e solo ME, di vivere per ME.
Non si torna indietro e neanche vorrei, ma sarebbe ipocrita dire che non rimpiango la mia vita, la nostra vita in due, perché invece mi manca...e tanto per tornare in tema, mi manca la NOIA, quella che per me non è mai stata noia, che era solo piacere di vivere, di esistere, di mangiare, bere, dormire, fare l'amore, leggere, viaggiare, bere e bere ancora fino ad ubriacarsi!
Non esiste la noia, voglio la NOIA! Posso avere mio figlio e anche la noia?

Nessun commento:

Posta un commento

Neuroni impazziti ai tempi del corona virus

Che dire, sto per perdere la bussola, come tutti. Convivenza continua, incessante e forzata con marito e figlio, mentre la nostalgia di un ...