Vegan, veggie...che palle!

Un pranzo tra colleghi d'ufficio, un'occasione per chiacchierare, distrarci, ridere e anche spararle pesanti a volte, che dovremo pur sfogarci in qualche modo!
Di solito non mi dispiacciono queste situazioni, di solito sono una di quelle che spara le cazzate più grosse o magari quelle meno adatte alla situazione, visto che gli altri sembrano sempre avere stomaco più debole del mio!
Insomma, una bella situazione che spezza il grigiore dell'ambiente lavorativo.
Da rifare, io voto SI.
Ma quando una di noi, dopo aver esaminato inutilmente il menù, ha cominciato a tartassare il cameriere chiedendo il dettaglio degli ingredienti di ogni singola pietanza, perché, "sa, sono vegana e qui non sono riportati piatti contrassegnati come veggie", "no, neanche le uova!", "noooo, il formaggio no!", col tono un po' schifato di chi crede di averti colto in fallo in una cosa gravissima, che non si può fare - perché il mondo è vegano (anche se non ce ne siamo accorti) e allora quel menù come può ignorare la cosa e non allinearsi? - in quel momento non ero né divertita, né rilassata, cavolo!
Che pena per quel povero cameriere che non sapeva nemmeno cosa rispondere!
E va bene che siamo nel 2017 e che magari i ristoranti potrebbero anche prevedere menù diversificati, che indicare tutti gli ingredienti, anche in favore di persone magari allergiche o che seguono regimi alimentari particolari, può essere davvero utile.
Però qui non si trattava di allergie! Nessuno rischiava la vita e allora, cavolo, perché non ti prendi una semplice insalata e la smetti di rompere!?
E non parla un'amante della bistecca. Io sono vegetariana, da quando ero una ragazzina, da quando ho potuto usare il libero arbitrio almeno nelle piccole cose.
Frullati, Succo, Frutta, Maturo, BioIo non mangio animali, non mangio esseri che, come me, provano paura, dolore fisico, terrore. Carne e pesce sono usciti senza troppe difficoltà dalla mia dieta ma questo ha condizionato la mia vita, mica quella degli altri! 
Io non mi aspetto mai, tranne che a casa dei miei scrupolosissimi familiari, piatti speciali e diversi, non lo pretendo e mi sento a disagio quando qualcuno invece si preoccupa di garantirmi delle pietanze per me commestibili. Di solito rifiuto gli inviti a pranzo se non provengono da persone con le quali l'intimità ci ha già portato oltre quello scoglio del cibo.
Non mi piace imbarazzare chi mi ospita e non sono ancora convinta di poter colpevolizzare nessuno, soprattutto se si tratta del cameriere che così gentilmente sta lavorando per me.
E chi dice che ci sia un modo giusto di mangiare, al di là dell'aspetto puramente salutistico che, da sempre, poco mi interessa?
Io rispetto gli animali, quindi non li mangio, perché per mangiarli sono cosciente che dovrò farli soffrire. Punto.
Io però mangio le uova, perché un uovo non è un animale per me, così come un nostro ovulo o persino un embrione, non è un essere umano. Mangio solo uova da allevamento a terra, certo, anche se in ristorante non chiedo al cameriere se le galline hanno razzolato nell'aia o erano stipate in gabbia! Per una volta posso ignorare la cosa e mangiare e basta.

Mangio i latticini, invece, ponendomi qualche problema in più, perché non ho modo di sapere come quelle mucche siano state allevate, anche se ho il sospetto che per la maggior parte stiano attaccate a delle mungitrici a ingozzarsi e produrre latte, con i vitellini probabilmente sacrificati. E quindi firmo petizioni e sostengo iniziative per promuovere l'adozione di norme che tutelino maggiormente gli animali e che sanzionino i trasgressori.
Non credo sia da demonizzare l'allevamento in sé, credo che esista la possibilità di renderlo almeno più vivibile per gli animali, più attento alle loro esigenze, che per una mucca non sono certo date dalla propensione per la vita allo stato brado!

E già così è faticoso, perché questo è un paese di carnivori, questa è una terra di pastori e allevatori, e comunque resta il fatto che l'uomo è un animale e che, per natura, fino a prova contraria è onnivoro (così dice la scienza prevalente, con esclusione di Veronesi mi pare...). Poi, siccome ognuno può scegliere che fare della sua vita, magari certi istinti possono essere sacrificati per far spazio al rispetto degli altri esseri viventi.
Il tutto, però, senza rompere le palle agli altri!
Certo che se vedo qualcuno maltrattare un animale intervengo, certo che preferisco i prodotti con etichettatura chiara che mi permetta di scegliere, ma no, non sono schifata alla vista di una persona che si mangia allegramente una bistecca da chilo! Preferirei non lo facesse, ma questo lo tengo per me.
Viviamo in un mondo di regole, io amo le regole. E finché le si rispetta che posso dire io?
Da ché mondo è mondo i più grandi cambiamenti, soprattutto a livello culturale, non sono mai avvenuti di punto in bianco, perché qualcuno ha deciso che da quel momento certe cose non si tolleravano più.
Ci vuole tempo, ce ne vorrà tanto perché si arrivi ad azzerare il consumo di carne, pesce e derivati. Ci vorrà tempo perché i latticini siano prodotti garantendone la sostenibilità per l'ambiente e per gli animali stessi.
O forse questo non accadrà mai.
Io so solo che le persone vegetariane e vegane sono in aumento e questo è già tanto. E quando anche chi, invece, si ciba regolarmente di carne, chiede che sia modificato e migliorato il sistema di gestione degli allevamenti, delle macellazioni, delle etichettature, penso che sia un grande risultato, che possa, anzi, portare a maggiori risultati rispetto a lotte senza quartiere, intransigenti e, secondo me, un tantino snob.
Il fatto è che ho sempre più l'impressione che per molti convertiti al "Veganesimo" si tratti solo dell'adesione a una moda, a qualcosa che fa alternativo e chic. Ma quanto durerà!?
Quindi continuo a mangiare nell'unico modo per me accettabile, seduta spesso allo stesso tavolo di amici e conoscenti che con la pastorizia o l'allevamento in generale ci mantengono la famiglia. Gente che è profondamente convinta che questo sia il rapporto giusto che deve intercorrere tra uomo e animale. Gente che non è in alcun modo meno intelligente o profonda di me!
Io li rispetto, per quanto non perda occasione per cercare di convincerli a modificare almeno alcuni aspetti, quasi tribali, ancora insiti nell'allevamento tradizionale. Quasi sempre le mie parole cadono nel vuoto, ma forse non del tutto, forse pian piano, visto che ho rispetto per loro e loro ne hanno per me, ci rifletteranno e qualcosa potrà migliorare...
La categoria per la quale invece non nutro né stima né comprensione è quella dei cacciatori, finti sportivi, sadici, che ammazzano per puro piacere, spesso senza alcun interesse per la carne che poi costituisce il bottino!
Loro non li giustifico, non li tollero e, anche se tra i miei amici ce ne sono diversi, non ho remore nel condannarli, biasimarli, discutendo con loro fino all'esasperazione. Anche su quel fronte però i risultati non sono tanti, del resto un uomo (o donna) che si arma per ferire o uccidere un animale selvatico del quale non ha alcun bisogno, perché di certo non ha fame, ha qualche tara difficilmente sanabile con il ragionamento e la riflessione, ai quali è sicuramente refrattario.
Lì bisogna proprio intervenire con i semplici divieti. Ma ogni proposta di legge finisce affossata perché, si sa, i cacciatori sono buoni elettori quando gli prometti l'estensione del calendario venatorio!
Per non parlare poi della categoria (altri snob!) di quelli che vogliono il pellicciotto rigorosamente naturale o il piumino di piumette più piccole e morbide, o il portafoglio di pelli improbabili, che se solo smettessero di acquistare quella roba le aziende si orienterebbero su altro e problema risolto!
Il colmo è che poi la persona col pellicciotto a volte ti va a coincidere con quella che chiede il menù vegano!
Insomma, c'è ben altro da fare che non vessare i poveri camerieri che fanno il loro lavoro!

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